domenica 25 aprile 2010

25 Aprile. Per riprenderci il futuro


Il presidente della provincia di Salerno, Cirielli – lo stesso della legge sulla prescrizione dei reati, una delle tante leggi ad-personam di Berlusconi – ha stabilito che la Resistenza non esiste, che la lotta al nazi-fascismo è stata condotta dalle forze americane e solo a loro dobbiamo gratitudine.

I “casi Cirielli”, che si manifestano al sud come nel nord, sono già una risposta a tutti coloro che si chiedono se abbia ancora senso celebrare il 25 Aprile. Ha senso per ritrovare la memoria di un paese, onnubilato dal revisionismo storico che nega la Resistenza come lotta di popolo, il riscatto di una nazione che ha ceduto alle lusinghe del fascismo e ha pagato i costi umani e sociali delle legge razziali e della guerra.

Ma se fosse solo questo sarebbe una mera commemorazione, un rito che rischia di estinguersi con la generazione che ha vissuto in prima persona l’esperienza di divisione, di lotta civile che il fascismo ha imposto all’Italia.

Oggi, nel 2010, in un paese ancora diviso fra nord e sud, dove una maggioranza illiberale vuole stravolgere la Costituzione nata dalla lotte partigiane, celebrare il 25 Aprile significa battersi, come allora, per i valori di solidarietà e di libertà. Significa, come allora, fare argine contro la deriva populista. Significa, come allora, lottare per una società più giusta, basata sui diritti di tutti e non sui privilegi di pochi.

Come allora, le forze democratiche devono resistere all’offensiva di una destra piena di livore, che divide l’Italia, che vuole annullare il dissenso, che punta a stravolgere le istituzioni democratiche. Mai come in questo momento, gli ideali della lotta di Liberazione hanno bisogno di essere difesi e arricchiti di significato.

Ma non possiamo solo pensare a difendere. Dobbiamo guardare avanti. La “tempesta perfetta” che si è abbattuta sulle istituzioni, che ha scardinato le ragioni dello stare insieme che ci ha consegnato un paese xenofobo e razzista, è destinata, prima o poi, a passare. Dopo “l’uragano Berlusconi” bisognerà ricostruire questo paese e non possiamo permettere che siano i Fini e Casini a rimettere insieme i “cocci”.

Serve un progetto alternativo di società, un ribaltamento di prospettiva che sappia aggregare reti di cittadini, movimenti e associazioni. I partiti, anche quelli di centro-sinistra, da soli non ce la fanno. Abbiamo bisogno di liberare le energie dei giovani di ristabilire il rapporto sentimentale con il nostro popolo.

Così le bandiere del 25 Aprile riprenderanno il loro autentico significato: un popolo che si riappropria del futuro!

Umberto Guidoni


http://www.sinistraeliberta.eu/vetrina/25-aprile-per-riprenderci-il-futuro

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