venerdì 14 maggio 2010

SEL e Nichi alla Marcia Perugia-Assisi. Le info


Sinistra Ecologia Libertà, come già scritto, aderisce alla marcia della pace Perugia-Assisi di domenica 16 maggio. Per quanto riguarda la partenza saremo in compagnia di Nichi Vendola, portavoce nazionale di SEL.

L’appuntamento è alle ore 8 all’incrocio dell’arco di via san Girolamo, sotto il semaforo dalla parte di via San Domenico


I riferimenti sono il portavoce regionale Gigi Bori 3293811817 ed il portavoce provinciale Fabio Faina 3357214506.

Ecco il testo dell’adesione di SEL:

Sinistra Ecologia Libertà aderisce alla Marcia Perugia Assisi e riafferma il proprio impegno per la costruzione della pace e della giustizia tra i popoli. Proprio perché pensiamo che la pace non sia una declamazione di principio ma un progetto politico, crediamo sia importante sottolineare alcune problematiche di grande attualità a livello internazionale.

In un mondo oggi attraversato da conflitti decennali, quali quello in Medio Oriente, o da una guerra devastante come in Afghanistan, l’opzione della pace non può non essere al centro delle iniziative e delle priorità di chi ha a cuore la pace. La recente vicenda che ha visto coinvolti operatori italiani ed afghani di Emergency dimostra che in quel paese ogni testimone è di troppo, e che senza verità quel popolo non potrà mai avere né pace né giustizia.

Sinistra Ecologia Libertà ritiene importante impegnarsi per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, come segnale di rottura per aprire una prospettiva diversa per la soluzione del conflitto, che veda un protagonismo nuovo delle Nazioni Unite, e la fuoriuscita della NATO dal quel teatro di guerra.

A tal fine SEL chiede che il governo italiano, contestualmente al disimpegno militare del nostro Paese, avvii una forte iniziativa diplomatica al fine di giungere ad una soluzione negoziata del conflitto, ed al rafforzamento della presenza civile e disarmata nel paese.

Non si può poi tacere sul dramma che continua ad affliggere il popolo palestinese, un dramma ormai relegato solo all’emergenza umanitaria. Crediamo sia invece essenziale rilanciare un’iniziativa a tutto campo volta a rimettere al centro i diritti e la dignità del popolo palestinese, riattivando canali di mediazione propri della diplomazia internazionale, anche sulla scia delle iniziative dell’Amministrazione Obama che hanno riacceso i riflettori sul conflitto e sulle responsabilità del governo israeliano. Altrettanto importante è la costante iniziativa dal basso. Accanto a ciò la comunità internazionale si dovrà adoperare per dare pronta applicazione delle raccomandazioni del Rapporto Goldstone e delle 5 risoluzioni del Consiglio ONU sui Diritti Umani.

Crediamo che oggi le prospettive di disarmo nucleare siano maggiori che in passato e per questo chiediamo che l’Italia faccia la propria parte, chiedendo lo smantellamento immediato delle testate nucleari tattiche americane ancora presenti sul territorio nazionale, e sostenendo a livello internazionale la Convenzione internazionale su disarmo nucleare, oltre alla creazione di una zona libera da armi nucleari in tutto il Medio Oriente, Israele ed Iran inclusi.

Mentre miliardi di dollari vengono spesi per le armi (l’Italia oggi vede la sua spesa militare e le sue esportazioni di armi crescere a livelli record), o per il salvataggio di banche ed istituti finanziari che con le loro attività speculative hanno contribuito alla grave crisi finanziaria attuale, i fondi destinati alla cooperazione sono ad un minimo storico.

La riduzione delle spese militari assieme ad un ripensamento della cooperazione, dei suoi strumenti, e del ruolo dei soggetti pubblici e privati, crediamo siano altri imperativi imprescindibili, assieme alla costruzione di soluzioni giuste ed eque al problema del debito internazionale e del debito ecologico.

Da Cochabamba i movimenti sociali chiedono giustizia climatica, ed il riconoscimento dei diritti della Madre terra. Crediamo che questo appello non possa rimanere inascoltato, e siamo certi che attraverso il riconoscimento del debito ecologico e climatico da parte dei paesi ricchi del mondo si possa anche costruire una politica di prevenzione nonviolenta dei conflitti, oltre che sostenere una riconversione del modello di sviluppo.

Con queste proposte e queste intenzioni SEL aderisce alla Marcia Perugia Assisi, e riafferma il suo impegno a lavorare assieme a tutti i movimenti pacifisti e per un “altro mondo possibile” per costruire la pace, attraverso la giustizia sociale, economica ed ambientale.

Il Forum politiche internazionali di Sinistra Ecologia Libertà

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