mercoledì 4 gennaio 2012

Sulla necessità di riforma del sistema carcerario

Le questioni che non hanno appeal elettorale, molto spesso sono abbandonate o poco discusse dalla Politica, che è sempre più alla ricerca frenetica del consenso dimenticandosi che il ruolo che dovrebbe svolgere non è solo quello di cercare consenso, ma è anche quello di lottare per una propria idea di società.
Nei dibattiti non sentiamo quasi mai parlare di chi non può contribuire, elettoralmente parlando, alla crescita del consenso di questo o di quel partito. Infatti, non sentiamo mai parlare per esempio dei problemi delle carceri italiane, affrontati qualche volta, in maniera davvero “folkloristica”, dai radicali.
La Politica deve tornare a parlare anche di quelle fasce di persone che, in qualche modo, non contribuiscono all’aumento del consenso, ma che fanno comunque parte della nostra società.
Ed è proprio sul problema delle carceri, che dobbiamo cominciare a parlare e a interrogarci su quelle che possono essere le soluzioni a tale problematica, soprattutto alla luce della notizia di diversi suicidi/omicidi di detenuti (l’ultimo è avvenuto proprio a Trani).
Nelle carceri italiane vi è circa il doppio della popolazione che dovrebbe risiedervi. Nonostante questa vera e propria violazione dei diritti, vi è anche il taglio sostanzioso delle dotazioni finanziarie, cui vanno, aggiunti i tagli alla spesa sociale. Questa condizione di sovraffollamento sta producendo tutta una serie di situazioni davvero inaudite, di cui qualcuno dovrebbe vergognarsi. A livello regionale, qualcosa per rimettere al centro della discussione, anche gli ultimi, è stato fatto con la sottoscrizione del Protocollo per la tutela della salute dei detenuti, che ha come obiettivo la definizione de forme di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali per garantire la tutela della salute ed il recupero dei detenuti adulti e minorenni e assicurare loro l’assistenza sanitaria.

A livello nazionale, la discussione sul problema delle carceri è stata affrontata dal Ministro della Giustizia, Paola Severino, non complessiva, ma con una soluzione volta a risolvere “temporaneamente” il problema del sovraffollamento.


Questa piaga sociale va affrontata in maniera complessiva e non con interventi tampone che farebbero svuotare le carceri per poi farle riempire nuovamente qualche settimana dopo.


Innanzitutto bisognerebbe partire con un’Amnistia per risolvere l'attuale drammatica contingenza, da affiancare con una serie di riforme essenziali. Tra queste in elenco  le seguenti:

1. Impossibilita di disporre misure detentive in assenza di posti disponibili nelle strutture carcerarie, in altre parole, tanti detenuti quanti posti-letto. (Proposta dell'Associazione ANTIGONE).
2. In caso di condanne per reati più gravi, arresti domiciliari per chi è già detenuto con condanne più lievi.
3. Introduzione di nuove misure alternative, espansione per quelle già esistenti, da non applicarsi solo ad istanza di parte ma ex lege, automaticamente per reati minori. Sanzioni Pecuniarie, commisurate al reddito, allargamento della detenzione domiciliare, sanzioni prescrittive di lavori socialmente utili, anche solo nei fine settimana, esclusione dai Pubblici Uffici.
4. Depenalizzazione di tutta una serie di reati di minima pericolosità sociale. Revisione della legge ex-Cirielli sulla recidiva che colpisce solo i cittadini a basso reddito.
5. Depenalizzazione dell'uso e del possesso di sostanze stupefacenti per uso personale. Abrogazione della Fini- Giovanardi.
6. Cancellazione dell'incivile reato di Clandestinità. Abrogazione della Bossi-Fini.
7. Revisione profonda delle norme sulla Custodia Cautelare:tassatività ancora più chiara delle condizioni per applicarla, dove alle tre ipotesi di scuola della a)Inquinamento delle prove; b)Reiterazione del reato; c)Rischio di fuga, sia sempre accompagnata la pericolosità sociale,almeno per la custodia in carcere.
8. Introduzione del reato di Tortura, sia fisica che psichica. Politiche serie contro le violenze sui e tra i detenuti.
9. Ripensamento dei "tempi carcerari", che devono avere un senso, una ragione e, soprattutto uno scopo. Introduzione di luoghi di detenzione per detenuti di bassa pericolosità sociale,dove più che il controllo e la sicurezza,vengano privilegiati percorsi di reinserimento ed acquisizione di capacità lavorative.
10. Obbligo,tranne casi di eccezionale gravità, di arresti domiciliari per tutte le detenute-mamme che abbiano figli minori di 5 anni. I bambini sono sempre innocenti e non devono stare in carcere per non essere traumaticamente separati dalle loro madri.

Questo potrebbe essere un buon inizio se si vuole veramente affrontare la problematica delle carceri, se si vuole che la pena assolva pienamente alla funzione di rieducazione del condannato (principio dettato dalla nostra Costituzione) e soprattutto se si vuole ridare dignità e diritti a quei detenuti e a quelle detenute che molto spesso sono trattati come dei rifiuti di cui non occuparsi.

Solo se la Politica riesce a trovare soluzioni ai problemi degli ultimi, può risolvere tutti gli altri problemi e assolvere alla propria funzione di dare soluzioni e risposte a tutti i problemi sociali.

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