domenica 25 marzo 2012

Solidarietà agli amic@ dell'Arcigay Bat


Il circolo  Sel di Andria esprime solidarietà e vicinanza agli amici dell’Arcigay Bat, ai volontari e al loro Presidente Michele Pio Antolini, per il vile atto di aggressione verbale e fisica perpetrato a danno della loro sede e di alcuni iscritti.
Quando si sfonda il muro del silenzio su alcuni temi ci si prepara ad incassare solitamente gli attacchi e le critiche di quanti non condividono un ideale ed un progetto per cui ci si batte. Varcare la soglia del limite della violenza fisica e verbale però non rientra di certo nel “gioco delle parti”.
Che protagonisti di questo episodio di violenza siano poi adolescenti ci lascia profondamente amareggiati: troppo facile definire ciò che è accaduto una “bravata”. L’alto contenuto simbolico che hanno queste azioni devono allarmare tutti e devono stimolare e richiamare le agenzie educative presenti sul territorio ad intervenire affinché non si ripetano più. Le istituzioni tutte dovrebbero offrire tutto il loro sostegno e agire per contrastare le discriminazioni e favorire un clima di tranquillità e serenità fondante la democrazia.

I coordinatori

Valentina Lomuscio - Michele Lorusso

mercoledì 14 marzo 2012

Laboratorio cittadino per il verde: quale partecipazione

Nell’ultimo consiglio comunale, è stato approvato il regolamento del verde pubblico e privato e il movimento Andria 2010 non ha perso l’occasione per appropriarsene la paternità del provvedimento, esprimendo soddisfazione che non sentiamo affatto di condividere. 
La consigliera Albo, presidente della 1^ commissione, si congratula con “i componenti della commissione per l’impegno profuso nell'approvazione del regolamento, frutto di un lavoro trasparente e condiviso con l’assessore all'ambiente, Francesco Lotito”. 
Stranezze della politica: ad occuparsi della revisione del regolamento esistente è stata la 4^ commissione consiliare, nelle sedute del 24 e 31 Gennaio 2012. La 1^ commissione (quella appunto presieduta dalla consigliera Albo) ha espresso un mero parere sul regolamento. Questo il compito affidato alla prima commissione (a scanso di variazioni di Statuto e del Regolamento comunale che non ci sono noti).
La consigliera, inoltre, si complimenta con l’Amministrazione per la previsione nel nuovo regolamento del “Laboratorio cittadino per il verde”. SEL, in merito a questo “luogo” di partecipazione, aveva proposto la presenza nello stesso anche del rappresentante della relativa consulta comunale e del componente dell’area ambiente del Forum Città di Giovani. Questo sì che avrebbe garantito la massima partecipazione della cittadinanza alle scelte del “laboratorio”. L’emendamento da noi proposto è stato bocciato: evidentemente la “partecipazione” preferita è quella che offre esclusivamente pareri consultivi. Registriamo però l’astensione di alcuni consiglieri di maggioranza favorevoli alla nostra proposta.
Con questo emendamento (ma non solo) abbiamo dimostrato come le nostre proposte sono inquadrabili in atti da “ opposizione costruttiva”, a dispetto da quanto invece praticato dalla maggioranza che invoca a fasi alterne dialogo e collaborazione senza poi esserne conseguenziale.

F.to I coordinatori di SEL
Michele Lorusso- Valentina Lomuscio
 

sabato 10 marzo 2012

EMANCIPAZIONI INTERROTTE



Impiantata in una situazione del tutto nuova, ho avuto una posizione privilegiata per osservare atteggiamenti vecchi, ma mascherati da una “modernità” effettivamente inesistente, amplificati sensibilmente dall’ambiente poco familiare.
È la giornata internazionale della donna, io sono in una facoltà di Scienza Politiche e le mie colleghe dichiarano solennemente: “Io non celebro una festa sessista!”.
Poi, però, ci sediamo e cominciano a criticare le cosce di una ragazza (peraltro già magrissima), a spettegolare su quell’altra ragazza che si è lanciata sul ragazzo di una sua amica e a ridere divertite a quel collega che ci dice: “donna schiava, zitta e lava!”. Bè, mi sono sentita non poco offesa da questo modo di fare crudelmente femminile.
L’8 Marzo mi sono accorta che i veri sessisti non sono gli uomini, ma proprio noi donne su noi stesse.
Come spugne, abbiamo assorbito un modo di fare e di pensare prettamente maschile e siamo cadute nel tragico tranello che ci ha fatto abbassare la guardia: ci hanno convinte che per essere Donne dobbiamo essere accettate dall’uomo, approvate come oggetti su di una catena di montaggio, giudicate come se fossimo di nascita in errore.
E poi, parliamoci chiaro: non si può sperare che il solo dichiararsi femminista e partecipare a qualche manifestazione possa bastare per la lotta alla parità dei sessi. Veniamo da una tradizione sociale che ha disegnato la donna come emblema della subordinazione e dell’accondiscendenza talmente lunga che non basta usare parole diverse, è necessario buttare il vecchio e fare spazio a nuove basi su cui poggiare una società realmente paritaria.
Se negli anni ’70, a piccoli passi, si era riusciti a procedere verso una soluzione, abbiamo mollato la presa facendoci riporre di nuovo sullo scaffale delle bambole e ci siamo dette che i progressi li abbiamo fatti, ci siamo lasciate dire che comunque non siamo più discriminate come un tempo, che oggi siamo ll’università, a volte ricopriamo cariche prestigiose, perciò non dobbiamo più giocare alle piccole rivoluzionarie, basta, stiamo zitte!
Ebbene, oggi ci guardiamo e ci giudichiamo con gli occhi di un uomo, per piacerci applichiamo la lezione di Mediaset, come Sara Tommasi (bocconiana laureata in economia), la quale ha affermato che investire sul proprio corpo è più conveniente e oggi è imprenditrice di se stessa.
Siamo giunte al punto in cui, per controsenso, per sentirci realmente emancipate siamo disposte a mettere da parte il nostro essere donna e la nostra femminilità (che è cosa ben diversa dalla volgarizzazione del nostro corpo) per indossare abiti maschili, negando la nostra naturale essenza.
Io rivendico il mio diritto ad essere donna nel senso che non voglio più essere posta su di un piedistallo un giorno all’anno, ma voglio poter raggiungere lo stesso gradino di un mio pari maschile senza dover barattare la mia femminilità né tantomeno farne un uso commerciale.
Perciò forza donne, la forza è donna!


Maria Chiara Pomarico